La Sicilia è rinomata non solo per i suoi paesaggi mozzafiato e la sua ricca storia, ma anche per i suoi tesori culinari. Tra questi, i dolci siciliani si distinguono come una vera delizia sia per le papille gustative che per l’anima. In questo articolo, ci imbarchiamo in un viaggio fatto di sapori alla scoperta del mondo dei dolci e delle tradizioni siciliane.
Unisciti a noi mentre esploriamo le sfumature di dolcezza che caratterizzano le tradizioni siciliane e portano gioia in ogni occasione!
Storia del cannolo, un dolce mistero
Il cannolo è un dolce che ha come base una croccante cialda fritta nel grasso – detta “scorza” – ripiena di crema di ricotta di pecora con una spolverata di cioccolato o pistacchio e frutta candita alle due estremità.
Ma quali sono le origini di questo dolce? In una terra antica dominata da migliaia di culture come la Sicilia è molto difficile ricostruire le origini storiche del suo patrimonio e tutto si perde in misteri affascinanti. Ci sono molte leggende che raccontano le origini del cannolo e abbiamo deciso di raccontarvele per lasciarvi decidere a quale credere!
Il cannolo siciliano tra Islam and Cristianesimo
Mentre le tracce di un cannolo rustico risalgono all’epoca romana, si dice che il cannolo moderno nacque a Caltanissetta durante la dominazione araba. Caltanissetta, traduzione del nome originale “Kalt El Nissa“, che significa “Castello delle donne”, era il luogo dove gli emiri saraceni costruirono i loro harem. Una leggenda narra che le mogli dell’Emiro, per passare il loro tempo, si dedicassero alla preparazione di piatti stravaganti. Si dice che abbiano modificato la ricetta di un dessert arabo esistente a base di ricotta, mandorle e miele, rielaborandolo e fondendolo con la ricetta romana, dando vita a una specialità che sarebbe poi diventata universalmente conosciuta.
Successivamente, con la fine del dominio arabo in Sicilia, gli harem scomparvero. Tuttavia, alcune di queste donne, rimaste in Sicilia e convertite alla fede cristiana, si ritirarono nei monasteri, portando con sé le ricette. Oggi, infatti, è possibile gustare uno dei migliori cannoli palermitani al Monastero di S. Caterina, dove viene ancora preparato seguendo la ricetta delle suore.
Il cannolo veniva originariamente preparato durante i mesi del Carnevale, ma oggi – soprattutto in Sicilia – si possono trovare cannoli durante tutto l’anno. Nonostante questo, permetteteci di darvi un consiglio: nessun siciliano mangerebbe cannoli durante l’estate, poiché la qualità della ricotta non è buona come nelle stagioni più fredde.
La cassata siciliana: un dolce capolavoro
Regina della pasticceria dell’isola, la cassata è un dolce tradizionale siciliano a base di ricotta dolce, pan di spagna e marzapane, decorato con glassa e canditi colorati. Conosciuta e apprezzata a livello internazionale, rappresenta le varie dominazioni che si sono succedute in Sicilia, in quanto ognuna di esse ha contribuito a rendere la cassata il dolce che conosciamo oggi.
Questo dolce tipico nasce durante la dominazione araba come forma di pasta frolla ripiena di ricotta zuccherata e cotta in forno; il nome stesso deriva dall’arabo “Qas at“, che significa “bacino grande e rotondo”, indicando lo stampo tipico in cui è stata preparata la cassata. Se la torta trova le sue origini con gli arabi, in epoca normanna, nel Monastero della Martorana, le suore hanno aggiunto le tipiche strisce di marzapane alla torta. La sostituzione della pasta frolla con il pan di spagna è accreditata alla dominazione spagnola: ecco il momento in cui nascono le due versioni della cassata. Durante il periodo barocco, i frutti canditi furono introdotti da un pasticcere palermitano per abbellire il dolce. Come per tutte le ricette della tradizione, ci sono molte varianti locali che si distinguono per il loro aspetto e per i diversi ingredienti.
Nonostante sia considerato un dolce pasquale, oggi si può trovare la cassata durante tutto l’anno, così come i cannoli!
Il dolce che inaugura le feste natalizie: la Cuccìa di Santa Lucia
La leggenda narra che nel 1646 una grave carestia colpì Palermo, la gente pregò la Santa e, improvvisamente, una nave carica di grano arrivò al porto: i cittadini, che stavano morendo di fame, lessarono i chicchi di grano e li mangiarono con sale e olio. Così nacque la Cuccìa, un dolce a base di grano bollito con crema di ricotta. Come spesso accade nella tradizione culinaria siciliana, sono nate diverse versioni di questa ricetta: salata, al latte, al vino cotto, al miele, ai legumi o alla ricotta.
Ogni 13 Dicembre, dal giorno in cui il miracolo è avvenuto ad oggi, i siciliani non mangiano pane o pasta in segno di devozione alla Santa, ma in media vengono consumati quasi due milioni di arancine – che, insieme alla Cuccìa rappresentano i piatti tipici di questa ricorrenza. Ecco perchè il giorno di Santa Lucia è stato anche rinominato arancina day!
La frutta martorana e la Festa dei Morti
La Festa dei Morti in Sicilia, è una tradizione profondamente radicata che viene celebrata a Novembre e che risale a secoli fa. È un giorno in cui i siciliani si riuniscono per onorare e ricordare i loro cari defunti, offrendo preghiere, visitando i cimiteri e condividendo il cibo con famiglia e amici.
Questa tradizione unica ha le sue origini in una miscela di credenze cattoliche, antichi costumi romani e folklore locale. Nel calendario cattolico, il giorno di tutti i Santi o Ognissanti (1 Novembre) e il giorno della Festa dei Morti (2 Novembre) sono dedicati a onorare i santi e a ricordare le anime dei defunti.
La Sicilia, con la sua ricca storia di influenze religiose e culturali, ha aggiunto il proprio tocco distintivo a queste ricorrenze: nel Giorno dei Morti, le famiglie siciliane preparano i cuddureddi, speciali dolci a forma di ossa, e la frutta Martorana, dolci di marzapane dai colori vivaci. Anche quest’ultimo dolce ha le sue origini in una leggenda: si narra che nel Basso Medioevo le monache del Monastero della Martorana ricevettero la visita dell’illustre Arcivescovo. Erano i primi giorni di Novembre e, per trovare un rimedio alla mancanza di frutti che di solito crescevano nel giardino del Monastero durante le altre stagioni, le suore ebbero l’idea di preparare dei dolci da offrire al loro ospite speciale. Con questi doni, confezionati sotto forma di frutta, decoravano allegramente gli alberi del famoso giardino. Il risultato fu così sorprendente che da allora questi frutti divennero il dolce per eccellenza del Monastero e presero addirittura il suo nome.
Torrone: una dolce sinfonia di ingredienti
Il torrone siciliano è un dolce tipico del periodo natalizio che combina ingredienti semplici ma squisiti per creare una miscela armoniosa di sapori e texture. Gli ingredienti chiave di questo dolce sono miele, mandorle, pistacchi e un pizzico di scorza di agrumi, solitamente di arance o limoni.
Le mandorle utilizzate nel torrone siciliano provengono spesso dal terreno fertile della Sicilia e dal clima mediterraneo, che contribuisce all’eccezionalità del loro sapore. La combinazione di questi ingredienti di prima qualità si traduce in un profilo dolce e leggermente agrumato che cattura davvero l’essenza della cucina siciliana.
La storia del torrone risale all’influenza araba sull’isola durante il Medioevo, ma nel corso dei secoli si è evoluto e ha assorbito varie influenze culinarie, tra cui quelle spagnole e francesi. Ogni cultura ha lasciato il segno su questa ricetta, aggiungendo nuovi elementi e perfezionando la tecnica.